Spesso si legge e si ascolta un numero spropositato di informazioni su quante volte si debba mangiare in un giorno. Le informazioni relative all’alimentazione e al fitness spesso risultano essere discordi tra una fonte e l’altra.
La salute e il benessere personale sono obiettivi da raggiungere. In molti casi questi obiettivi divengono irraggiungibili proprio perché non si conoscono a fondo le regole sulle quali si basa il nostro metabolismo. In quest’ottica, quindi, conoscere quante volte si dovrebbe mangiare in un giorno può aiutare tutti a sfatare miti e credenze che caratterizzano la frequenza con la quale dobbiamo assumere del cibo. Non sono pochi, infatti, quelli che credono che esista una regola universale che possa aiutare il metabolismo e la frequenza dei pasti per tutti sia maschi che donne.
Sul web si legge spesso che ridurre le quantità e aumentare la frequenza dei pasti possa influire positivamente sulla capacità del nostro organismo di assorbire i nutrienti senza esserne appesantito. Purtroppo, allo stesso modo, sono presenti notizie che espongono e consigliano un’alimentazione direttamente opposta che vede nel digiuno o in un unico pasto quotidiano la vera soluzione per raggiungere uno stato di salute ottimale.
Ecco perché il dilemma resta: la confusione nel settore del fitness, proprio su un argomento cosi importante come la frequenza dei pasti mette in crisi sia chi voglia mantenere una forma fisica ideale che chi voglia intraprendere un percorso di dimagrimento attraverso uno stile di vita più sano ed equilibrato.
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Quanti pasti fare? La regola più importante
Anche se può apparire strano, prima di capire e decidere quanti pasti fare nell’arco di una giornata, occorre porsi altre domande.
Bisogna investigare, infatti, nella propria alimentazione per verificare quali macro nutrienti e in che quantità ognuno di questi viene assunto.
Il focus per il raggiungimento di uno stato di salute e benessere che permettano di vivere bene è rivolto quindi in prima battuta su quello che si mangia più che alla frequenza con la quale si assume cibo. Entra in gioco quindi un’altra variabile forse più importante della frequenza dei pasti. I macro nutrienti che vengono assunti e le quantità nelle quali vengono assunti influisce sull’apporto calorico.
Quest’ultimo è, infatti, il dato da mettere al centro della propria attenzione. In molti casi, infatti, diversi soggetti trovano più semplice adottare uno stile di vita alimentare fatto unicamente di tre pasti al giorno. Altri soggetti, invece, trovano più comodo adottare un’alimentazione fatta di tanti piccoli pasti nell’arco della giornata.
Questi due stili alimentari potrebbero essere tanto diversi quanto simili. Quello che li accomuna è infatti l’apporto calorico totale che i vari pasti concorrono a formare. L’apporto calorico dev’essere quindi il primo obiettivo, conoscere la quantità di nutrienti che riesce più facilmente a soddisfare il proprio fabbisogno nutrizionale rappresenta quindi la regola fondamentale per cominciare a mangiare bene e nella frequenza adatta al proprio organismo.
L’obiettivo quindi non è costringere il proprio organismo ad un determinato regime alimentare, piuttosto quello di scoprire quale sia l’apporto calorico ideale che permetta al proprio organismo di funzionare bene. Nel suo stato di salute e con la giusta dose di attività fisica, l’organismo è perfettamente in grado di mantenere un bio-equilibrio che permette di raggiungere uno stato di salute e benessere che porterà un positivo e salutare “circolo vizioso”.
La frequenza dei pasti: i miti e le leggende
La prima idea che attornia tutti i percorsi dimagranti che vengono erroneamente proposti come universali è quella dei piccoli pasti.
In molti casi, infatti, si comincia ad adottare un regime alimentare che spinge a fare piccoli pasti durante la giornata per cercare di ingannare la fame ed evitare abbuffate improvvise. Questo regime alimentare è basato su una regola scientifica. È scientificamente provato, infatti, che il processo di digestione di un pasto aumenta all’interno dell’organismo il tasso metabolico.
Di qui l’idea che fare tanti piccoli pasti durante la giornata possa aiutare il metabolismo di un soggetto a riattivarsi più velocemente del normale. Di conseguenza, si è portati a credere un metabolismo più veloce aiuti a perdere peso più facilmente e velocemente.
Alcune di queste deduzioni sono vere ma altre no. Bisogna infatti ricordare che l’assunzione, per esempio di 900 calorie in tre piccoli pasti o in un’unica soluzione, in ottica di dimagrimento o processi metabolici, non fa differenza. La frequenza dei pasti quindi non è un fattore determinante per la perdita di peso o di massa grassa.
Tutto dipende dalla quantità di calorie assunte quindi, la frequenza con la quale queste calorie vengono assunte non influenza il modo di metabolizzarle da parte dell’intestino. Questo è un fatto dimostrabile scientificamente.
Come sfatare i miti sui pasti: la colazione
Oltre ai pasti frequenti, ci sono altri “miti sulla colazione” che spesso mettono in crisi. Ci sono infatti diversi modi di vedere il primo pasto della giornata.
In alcuni casi, si condanna chi al mattino salta la colazione in quanto non ha fame. Un altro comportamento che spesso viene denigrato è fare attività fisica al mattino saltando la colazione.
La scienza in questo non presenta fondamenti a sostegno dell’obbligo di fare colazione al mattino. In questo caso, occorre quindi basarsi sulle proprie sensazioni senza obbligarsi al cibo anche se non si avverte il senso di fame.
Per quanto riguarda l’attività fisica a stomaco vuoto non ci sono evidenze scientifiche tali da poter definire questa pratica dannosa per l’organismo.
Le uniche raccomandazioni che spesso bisogna ricordare riguardano l’intensità dell’attività che si svolge. Se si è digiuni meglio evitare di aumentare l’intensità.
Il metabolismo, oggetto di studi e di ricerche è un meccanismo naturale che cerca di adattarsi all’alimentazione che viene adottata. In molti casi, però, si crede che mangiare di meno rallenti il metabolismo.
In questa situazione sono molti i soggetti che collegano la riduzione delle calorie introdotte alla fase di stallo del metabolismo e quindi del relativo dimagrimento.
Bisogna ricordare invece che il dimagrimento è un comportamento naturale del corpo.
La velocità con la quale si dimagrisce o si ingrassa è gestita autonomamente dall’organismo in base all’alimentazione. Ecco perché, quindi, il processo di dimagrimento rallenta ad intervalli sempre più piccoli man mano che il peso corporeo diminuisce.
Questo non significa, però, che si entra nella cosiddetta “modalità fame” e che si possa mangiare di più e più spesso. Questo è un mito abbastanza diffuso potrebbe indurre i soggetti a mangiare di più annullando completamente la dieta intrapresa. Questo comportamento è assolutamente da evitare.
Si può mangiare subito dopo l’allenamento per accrescere la propria massa muscolare?
Per rispondere scientificamente a questa domanda è bene comprendere un meccanismo metabolico importante.
Se si consumano proteine entro due ore dalla fine del workout si attiva un meccanismo che influisce particolarmente sul recupero e sullo sviluppo delle fibre muscolari.
Mangiare direttamente dopo aver fatto la propria attività fisica non presenta quindi delle controindicazioni. Al contrario molti sportivi adottano quest’abitudine per potenziare il proprio fisico aumentando la massa muscolare.
Mangiare più o meno spesso
Le condizioni che possono portare a voler mangiare meno spesso riguardano i soggetti che non riescono a gestire un’alimentazione fatta di tanti piccoli pasti o quelli che accusano spesso problemi di digestione.
Una pausa più lunga dovrebbe aiutare l’intestino nel processare i nutrienti. Bisognerebbe mangiare più spesso in caso di uno stile di vita molto energico e attivo o se si prova spesso un senso di fame che potrebbe portare a stati d’ansia e nervosismo. La regola quindi è quella di adattare la propria alimentazione alle proprie abitudini quotidiane e seguendo e mai forzando il proprio organismo.