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Bon ton e galateo a tavola sono davvero superati e d’altri tempi? Ecco come interpretare nel XXI secolo le care e vecchie buone maniere

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Quante volte avete pensato al galateo a tavola soltanto come un insieme di noiose (e inutili) regole formali del passato? Tantissime, inutile negarlo.

In effetti l’idea che esistano buone maniere obbligatorie e un’etichetta da rispettare in un momento di convivialità come il pasto, potrebbe sembrare un limite alla libertà che vorremmo provare durante una cena tra amici. Ma il bon ton può trasformarsi in un prezioso alleato per il successo di una serata in compagnia.

Avete mai visto il programma Cortesie per gli ospiti? Ecco, quella è una prima dimostrazione di quanto il galateo a tavola possa fare la differenza per la riuscita di una cena!

Ne ho parlato a tu per tu con un vero esperto, Mauro Adami, fondatore e direttore artistico di Domo Adami Events. Un professionista che dell’organizzazione di eventi e matrimoni ha fatto la propria vita, maturando un’esperienza invidiabile nel savoir faire a tavola. Prima, durante e dopo il pasto!

Mauro Adami maestro di galateo a tavola
Mauro Adami – Event Creative & Wedding Specialist

Non potevo non farmi dare piccoli e grandi consigli per interpretare al meglio l’idea di galateo ai tempi dei social.

Galateo a tavola come ricerca di armonia ed eleganza, dalla mise en place alla gestualità

Mauro Adami per cristinacocco Milano

Quella che Mauro Adami ha del galateo è una visione interessante che unisce tradizione e modernità. Lo descrive come un insieme di gesti, di attitudini e di comportamenti che anche oggi come nel Cinquecento – quando le regole del bon ton vennero scritte da Della Casa – diventano sinonimo dello stare bene insieme e del sentirsi a proprio agio, gli uni con gli altri. Le buone maniere insomma non sono affatto un rigido schema di regole che ci imprigionano, né tantomeno una moda passeggera che oggi c’è e domani passa.

Si tratta di norme di costume in grado di guidare al meglio la reciproca convivenza mettendo al primo posto l’assoluta necessità che tutti – gli ospiti come il padrone di casa – non si sentano mai a disagio o in difficoltà.

Insomma, un galateo a tavola che non sia sinonimo di inibizione, ma di reciproco benessere tra i commensali.

Il bon ton ha a che fare con le idee di armonia ed eleganza, a partire dallamise en place e dalla disposizione dei pezzi a tavola. Posate, piatti, bicchieri, elementi decorativi. Tanto più l’allestimento asseconda e non ostacola la naturale gestualità, tanto più l’ospite sarà rilassato e a proprio agio. Un esempio? La regola d’oro della forchetta a sinistra del piatto, si può infrangere se sappiamo che uno dei nostri ospiti è mancino. Assegnarli un posto pensato appositamente per lui è un gesto d’attenzione che rientra nell’ospitalità a 360° che il galateo del nuovo millennio ci insegna.

Obiettivo principale, mi svela Mauro, è non mettere mai l’ospite in difficoltà o a disagio! Ecco perché l’allestimento della tavola, che ricerchiamo sempre “instagrammabile”, deve fare i conti con funzionalità e praticità. Va bene creare un effetto wow, ma no ad eccessi o ostentazioni da banchetto barocco che potrebbero mettere in imbarazzo gli invitati.

Il menù e le portate. Quando sono davvero a prova di bon ton?

Mauro Adami Event Creative e wedding specialist

L’esperto mi racconta quanto sia facile commettere errori nella scelta del menù, rischiando di creare disagio tra i nostri ospiti e così infrangere le buone norme del galateo a tavola.

Il primo riguarda allergie, intolleranze e orientamenti alimentari. È sempre opportuno informarsi su preferenze e idiosincrasie dei nostri ospiti, per riuscire a valutare meglio i piatti da servire.

Se a cena ci sono il nostro capo e un gruppo di colleghi di lavoro, con le rispettive signore, può risultare inopportuna una grigliata in giardino che solitamente è sinonimo di totale informalità. Il rischio di avere uomini in cravatta e doppio petto – e donne con tacco 12! – obbligati a gestire con le mani costolette d’agnello e salsa barbecue che schizza ovunque non sarebbe un punto a nostro favore. Ecco il concetto di disagio di cui Mauro mi parlava prima!

Basta una piccola accortezza, un’attenzione che rientra tra le regole del galateo a tavola in chiave contemporanea. Se avvisiamo gli ospiti del tipo di cena e di cibo, avranno modo di scegliere l’outfit e il mood migliore.

Altri cibi che possono creare imbarazzi nell’approccio sono brodini e minestre o il sushi. Se non abbiamo certezza che tutti abbiano dimistichezza con le bacchette, meglio percorrere altre strade gastronomiche!

Per il benessere psico-fisico dei nostri invitati può essere utile servire la frutta già sbucciata e tagliata. Risolve davvero tanti problemi!

Il galateo a tavola tra corretta postura e conversazioni equilibrate alla portata di tutti

Con il team 5 sensi events e Mauro Adami per scoprire le regole del nuovo galateo a tavola 2.0

Stai seduto composto! Una frase che nonni e genitori ci hanno ripetuto in continuazione, e avevano ragione. La postura a tavola è davvero importante, perché anche su questa si gioca quell’equilibrio di eleganza e armonia di cui Mauro mi parlava. Vale la pena parlarne, quindi, in tema di galateo a tavola!

Non solo durante una cena elegante e formale, ma anche quando siamo a tavola in famiglia o con amici, la gestualità e la posizione del corpo devono essere naturali, ma non troppo morbidi e rilassati al punto da risultare inopportuni. Siamo a tavola, mica sulla poltrona del salotto! No anche alla mania di fotografare e postare in continuazione in piatti. Un comportamento che – in contrasto con l’opportunità di non usare il telefono e tavola e non poggiarlosulla tovaglia – non va mai portato all’esasperazione, neanche ad una convention di food blogger.

Forse sarà banale ripeterlo – mi dice Mauro – ma non è mai il corpo ad andare verso la forchetta e il cibo, piuttosto il contrario! Ed evitiamo di sbranare il pane – che va rigorosamente messo in tavola già prima dell’arrivo degli ospiti e delle portate – addentandolo. Vanno staccati piccoli pezzi con le mani e quindi portati alla bocca, possibilmente senza esagerare anche se abbiamo molto appetito.

Creare sintonia tra i diversi ospiti è una buona pratica che si può ottenete grazie alla conversazione, facendo in modo che nessuno si senta mai escluso. No all’eccessivo silenzio o al totale mutismo, ma attenzione a non dare sfogo incontrollato alla parlantina. Il galateo a tavola prevede che la “tuttologia” e i “tuttologhi” siano banditi a favore di temi non troppo specialistici e di cosiddetta cultura generale, leggeri al punto giusto senza essere frivoli o banali. Insomma, variare e parlare un po’ di tutto…sempre con “grazia e delizia” come dice Mauro!

Le norme irrinunciabili in tema di servizio…

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Anche il servizio, sia sa, ha le sue regole e il rispetto del bon ton prevede che vengano servite sempre prima le signore e solo dopo, in ordine di importanza, gli uomini. Si deve poi attendere, per iniziare a mangiare, che tutti abbiano di fronte il piatto. Un problema se siamo al ristorante e il cameriere non è rapido e preparato, ma anche a casa, dove difficilmente abbiamo maître professionisti. Consideriamo questo aspetto quando progettiamo la nostra cena, soprattutto se l’occasione è un minimo formale, per non far sì che il primo servito si ritrovi a mangiare un piatto freddo.

A volte il rispetto del galateo a tavola impone rapidità e grande capacità logistiche di organizzazione!

Per il servizio del vino si inizia invece dal commensale più anziano, o dall’uomo più importante tra gli ospiti. Se versiamo il vino direttamente stando seduti dal nostro posto e in modalità fai-da-te, è buona creanza riempire prima il bicchiere dei nostri vicini. Una morbida gestualità nell’inclinare con dolcezza la bottiglia è scontata per evitare che il vino schizzi fuori.

…e di buona educazione

La scarpetta è un dilemma, perché è vero che spesso dimostra che abbiamo gradito il piatto, ma non rientra per nulla nelle regole base del galateo a tavola. Bisogna davvero rinunciarci a meno che non si sia a pranzo dalla nonna, dalla zia o dalla mamma.

E l’augurio iniziale di buon appetito? Una consuetudine diffusa e appresa fin da piccoli, ma contraria al bon ton perché – viste le origini storiche – implica che si auguri agli altri di soddisfare la propria fame, quasi si trattasse di “poveracci” invitati ad un sontuoso banchetto. Pare infatti che anticamente fosse frase abituale nelle case dei nobili e dei ricchi facoltosi, che invitavano occasionalmente i meno abbienti per un ricco pasto. Stessa triste sorte per il cin-cin…Adieu, se vogliamo davvero seguire le norme del galateo a tavola!

Io mi sento pronta per mettermi in gioco con i miei prossimi ospiti, e voi? Vi sentite o no a prova di galateo a tavola 2.0?

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Cristina Cocco

Influencer

Italo-canadese, ma italiana per amore dell'arte, della cultura e della gastronomia. Appassionata di fitness, amo uno stile di vita healthy a 360°, per garantire un lifestyle a 5 stelle anche per "persone comuni"

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