Quando ho deciso di salire su una bicicletta 18 mesi fa circa, non immaginavo che quel gesto apparentemente semplice avrebbe trasformato la mia vita. Ero una donna normale, con sogni spesso messi da parte per le esigenze quotidiane. Ma c’era qualcosa dentro di me che mi spingeva a cercare di più, a credere che potevo diventare una versione migliore di me stessa.
All’inizio, era tutto nuovo. La fatica, le gare, la gestione del tempo e persino le critiche. Eppure, nonostante la mia inesperienza, in soli otto mesi ho partecipato a diverse granfondo e gare, piazzandomi sempre tra le prime cinque. Quelle vittorie non erano solo una soddisfazione personale, ma un messaggio: con impegno e costanza, possiamo superare anche le nostre aspettative più ambiziose.

Tuttavia, il vero banco di prova è arrivato quest’anno, quando mi sono posta un obiettivo che sembrava folle: 200.000 metri di dislivello positivo. Per una donna come me, non propriamente “scalatrice” e con soli 18 mesi di esperienza, sembrava un traguardo irraggiungibile. Molti mi dicevano che era impossibile, che era da pazzi anche solo pensarci. Ma io ho deciso di non ascoltare le voci negative. Ho preferito concentrarmi sulla mia passione e sulla mia determinazione.

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La Sfida dei 200.000 Metri
A un mese dal termine dell’anno, mi mancavano ancora 40.000 metri di dislivello. Una cifra enorme. I giorni erano contati, il clima non era dalla mia parte, e la stanchezza iniziava a farsi sentire. Ma dentro di me, sapevo che potevo farcela. Ho affrontato ogni salita come se fosse un’opportunità, non un ostacolo. Ho pedalato sotto la pioggia, sfidato il vento e ho conosciuto ogni angolo delle colline della Brianza, della Bergamasca e della zona di Lecco.

Ogni giorno era una lotta, ma anche una scoperta. Ho imparato a fidarmi del mio corpo, ad ascoltarlo e spingerlo al limite. Ho trovato forza inaspettata nei momenti più difficili. Ogni salita ripetuta, ogni allenamento sotto le nuvole scure, ogni goccia di sudore mi avvicinava al mio traguardo.
Il traguardo
Il 200.000° metro è stato più di una semplice cifra. È stato un simbolo della mia perseveranza, della capacità di sognare e lottare contro ogni previsione. Questo percorso non mi ha solo reso un’atleta più forte, ma una persona più consapevole e libera.
Nonostante le critiche e i dubbi, ho dimostrato a me stessa che non importa quanto grandi siano i tuoi sogni o quante persone ti dicano che non ce la farai: ciò che conta è quanto sei disposto a lavorare per realizzarli.
Un Messaggio per Te
Mi rivolgo a chi, come me, si è sentito sottovalutato, giudicato o ignorato. A chi non ha mai avuto qualcuno che credesse nei suoi sogni. Lasciate che sia io a dirvelo: credete in voi stessi. Ogni piccolo risultato che raggiungete è una grande vittoria, perché siete voi a renderlo possibile.

Non importa da dove partite, né quanto sia difficile la strada. L’importante è non mollare mai, come dicono i bergamaschi: molamia. Guardatevi allo specchio ogni giorno con orgoglio e ricordate che ogni passo, ogni pedalata, ogni salita è una celebrazione della vostra forza.

Lezioni di Vita
Il ciclismo mi ha insegnato più di quanto potessi immaginare. Mi ha regalato amicizie preziose, mi ha fatto scoprire la bellezza del nostro territorio e mi ha mostrato che i limiti sono spesso solo nella nostra mente.

Questa esperienza mi ha cambiato, e spero che possa ispirare anche voi. Non importa quali siano i vostri obiettivi o le sfide che affrontate. Non smettete mai di lottare per ciò che vi appassiona. La vita è troppo breve per vivere nei rimpianti o nei sogni non realizzati.
Pedalate verso i vostri sogni. Lottate per ciò in cui credete. E, soprattutto, non mollate mai.
