Per un ciclista Stelvio, Gavia e Mortirolo rappresentano un sogno e questo desiderio di attraversare tali strade coinvolge anche chi non ama in modo particolare queste attività. A livello mondiale, infatti, queste tre salite sono considerate icone nell’ambito del cicloturismo e del ciclismo in generale. Questa notorietà è dovuta, soprattutto, alla grandi imprese dei corridori professionisti che partecipano annualmente al Giro d’Italia.
Iconici sono rimasti gli scatti di Marco Pantani sul Mortirolo nell’ormai lontano 1994 o le grandi imprese di Fausto Coppi sullo Stelvio nel 1953, soltanto per citare alcuni degli episodi maggiormente legati a queste montagne.
Ogni estate, quindi, questa zona viene “invasa” da un numero incredibile di cicloturisti che giungono da ogni parte del mondo, con la volontà di realizzare il sogno di scalare questo trittico leggendario.
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Uno degli itinerari più iconici da affrontare: il Passo dello Stelvio in bici
Tra le salite più famose nel mondo del ciclismo rientra, senza alcun dubbio, quella dello Stelvio. Si tratta di un tipo di percorso per bici da corsa che, oltre ad aver accresciuto la sua notorietà grazie al Giro d’Italia, è diventato famoso anche per la sua lunghezza e per il suo arrivo, con una quota di 2.758 metri.
Nel dettaglio, sono presenti tre differenti itinerari, i cui dati sono i seguenti:
- partendo da Bormio, la lunghezza è di 21,5 km e si affrontano 42 tornanti. Il dislivello è di 1.543 metri, con un’altitudine iniziale di 1.215 m e quella conclusiva di 2.758 m. Il dato della pendenza media è del 7,3% (con il livello massimo che tocca il 14%);
- partendo da Prato, abbiamo una lunghezza di 25 km con 48 tornanti. Il dislivello è di 1.840 m, con un’altitudine iniziale di 918 m e quella finale di 2.758 m. Per quanto riguarda la pendenza, il rilevamento medio è del 7,4% (con un picco massimo del 14%);
- partendo da Santa Maria, la lunghezza è di 16,3 km, con un dislivello di 1.498 m. L’altitudine di partenza è di 1.375 m e quella di arrivo di 2.758 m. La pendenza media è del 9,2%.
Si tratta di un percorso particolarmente difficile, soprattutto per la rarefazione dell’aria che si raggiunge a quelle quote. Attenzione, però, a non sottovalutare la discesa, comunque molto faticosa.
Come affrontare al meglio la salita dello Stelvio, consigli utili
Chi conosce bene la salita del Passo dello Stelvio sa bene come sia importante partire con molta calma, senza forzare sin dall’inizio. Considerando che occorre affrontare diversi chilometri e pendenze con una media che non scendo sotto il 7%, è meglio tenersi le forze per le parti più impegnative.
Partendo da Prato si affronta il tratto più duro e impegnativo, anche se il panorama è il più suggestivo. Molto affascinante affrontare la sfida dei 48 tornanti, che annualmente attira migliaia di turisti da tutto il mondo.
La prima parte va affrontata senza forzare la gamba, dato che le pendenze non sono elevate, ma subito si inizia a intravedere il “serpentone” di curve che porta al Passo. Le forze vanno dosate per affrontare gli ultimi 6 km, i più difficili, con pendenze che non scendono mai sotto l’8%.
Da Bormio l’itinerario è più semplice, nonostante il dislivello sia comunque elevato, così come la pendenza media. L’inizio, in questo caso, prevede delle salite toste, che portano a gallerie poco illuminate, all’interno delle quali occorre prestare massima attenzione. Subito dopo, si affronta la parte più difficile, quella dei 14 tornanti con pendenza altalenante. Gli ultimi 3 km sono abbastanza duri, con la pendenza che non va sotto l’8%.
Partendo da Santa Maria, invece, si attraversa il territorio svizzero. Si tratta del versante meno frequentato, con la salita molto pedalabile. La parte più difficile è quella iniziale, con tornanti molto stretti e pendenza intorno al 10%.
Infine, un consiglio molto utile. Considerando il grande traffico che è presente sul Passo, tra moto, auto, camper e altri ciclisti, è preferibile affrontare la salita al mattino presto, evitando gli orari di punta.
Una leggenda per i ciclisti di tutto il mondo: il Passo del Gavia
Questa salita ha una grande storia. Infatti, fa parte dal 1960 del Giro d’Italia e ha visto battersi i più grandi ciclisti della storia di questo sport.
Il percorso, che ricordiamo è adatto a bici da corsa, prevede due itinerari. È possibile scalare il Passo sia partendo da Bormiosia da Ponte di Legno,che si trova in provincia di Brescia. Quest’ultimo è, sicuramente, il tratto più difficoltoso, con le strade che sono particolarmente strette e il fondo molto sconnesso. I dati relativi ai due itinerari sono i seguenti:
- partendo da Bormio, la lunghezza totale è di 25,6 km, con un dislivello di 1.406 m. L’altitudine di partenza è di 1.215 m e quella conclusiva di 2.621 m. La pendenza media è del 5,5% (il massimo raggiunto è del 16%):
- partendo da Ponte di Legno, abbiamo una lunghezza di 17,4 km, con dislivello di 1.363 m. L’altitudine iniziale è di 1.258 m e quella di arrivo di 2.621 m. Il dato medio sulla pendenza si attesta al 7,8% (con punta massima del 16%).
Il Passo Gaviaè caratterizzato da poco traffico durante tutto l’arco dell’anno e i ciclisti adorano affrontare questa salita anche per la vista suggestiva donata dai panorami che circondano la zona. Questo itinerario, infatti, offre degli scenari che riescono a emozionare. Durante i mesi invernali è soggetto a chiusura. Solitamente, è vietato l’accesso da ottobre a maggio.
Come affrontare al meglio la salita del Gavia: i consigli principali
Molto particolare è la salita che porta al Passo del Gavia dal lato valtellinese. Quest’itinerario, infatti, prevede diversi tratti pedalabili, che si alternano ad altri più difficili e impegnativi. Questi punti, poi, sono seguiti da un falsopiano abbastanza lungo, che caratterizza gli ultimi 3 km. Dunque, è bene lasciarsi delle forze finali per affrontare questo passaggio, che ad occhio potrebbe ingannare, sembrando meno difficoltoso.
Dalla partenza, da Bormio, si percorrono 26 km, passando per Santa Caterina Valfurva. Il tragitto è caratterizzato da due strappi, con alte pendenze. Bisogna fare attenzione al restringimento della carreggiata, che porta poi a una serie di tornanti. Alcuni tratti consentono di riprendere fiato e di godersi il panorama, mentre in altri la pendenza si fa piuttosto ardua.
Il finale è molto meno impegnativo, anche se si riesce a scorgere la cima solamente negli ultimissimi metri, in prossimità del lago.
Considerando che si raggiunge una quota elevata, attraversando il percorso accompagnati dal tradizionale clima di montagna, è fondamentale munirsi di un abbigliamento adeguato e di qualità, che si può trovare in zona presso gli store di NenaShope Rosti Italian Sportwear, che offrono un’ampia scelta di prodotti specifici per ciclisti.
La salita regina delle grandi classiche: il Passo del Mortirolo
Il Mortirolo, conosciuto pure con il nome di Passo della Foppa, è un valico alpino di 1.852 m. È un tipo di percorso per bici da corsa, che viene considerato, anche dagli scalatori professionisti, un “martirio”. Questo giudizio è legato alle dure pendenze da affrontare, che non scendono mai sotto il 10% e che superano il 20%.
La sua lunghezza e la sua durata sono inferiori rispetto a quelle del Gavia e dello Stelvio. Stessa cosa vale per l’altitudine che, come abbiamo visto, non supera i 2.000 m. Il percorso prevede tre itinerari, caratterizzati dai seguenti dati:
- partendo da Mazzo di Valtellina, abbiamo una lunghezza di 12,4 km. Il dislivello è di 1.300 m, con un’altitudine iniziale di 552 m e una di arrivo di 1.852 m. Mediamente, la pendenza è del 10,6% (con punte massime del 20%);
- partendo da Monno, la lunghezza è di 12,7 km, con un dislivello di 961 m. L’altitudine di partenza è di 891 m e quella finale di 1.852 m. Abbiamo una pendenza media del 7,6% (con massimo il 16%);
- partendo da Tovo Sant’Agata, la lunghezza è di 12,9 km, con un dislivello di 1.324 m. L’altitudine di partenza è di 528 m e quella conclusiva di 1.852 m. La pendenza media si attesta al 10,4% (con punti massimi di addirittura il 23%).
La notorietà del Mortirolo è dovuta all’impresa, durante il Giro d’Italia del 1994, di un giovane Marco Pantani che fece il vuoto dietro di sé.
Come affrontare al meglio la salita del Mortirolo: i consigli principali
Partire del versante nord significa affrontare una delle salite più dure di tutta Europa. Il percorso, infatti, attraversa boschi e piccoli borghi, con una pendenza media che non scende mai sotto il 10%.
Il fondo è totalmente asfaltato e questo agevola il passaggio. Proprio per questo motivo, si tratta della strada perfetta per chi predilige la bici da corsa.
Partendo dal lato valtellinese, i primi 6 km sono i più difficili da affrontare, con le pendenze che salgono lungo i vari tornanti. Qui si possono aumentare i ritmi, dato che il finale è meno impegnativo e ci sono tratti intermedi in cui riprendere fiato.
Al contrario, scegliendo l’itinerario che parte da Tovo S. Agata occorre fare attenzione a non arrivare senza fiato, dato che il percorso si conclude con pendenze del 23%.
Il versante bresciano è quello più agevole, anche se riesce ugualmente a mettere a dura prova i ciclisti più allenati.
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