Leggere le etichette! Una buona abitudine consapevole, per riempire il carrello all’insegna di salute e risparmio

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Nella mia Settimana del Benessere abbiamo già parlato di spesa e risparmio, ma torniamo sul tema, imparando (un pochino di più) a leggere le etichette. È un dettaglio che spesso trascuriamo, o che proprio abbiamo difficoltà a fare perché le informazioni ci risultano difficili e incomprensibili.

Alcune però sono fondamentali e utilissime per trasformare il nostro tempo al supermercato in un momento all’insegna della salute. Risparmiando anche qualche euro, che non guasta mai!

Cosa significare fare una buona spesa? Significa (anche) leggere le etichette

Se devo rispondere a questa domanda – cosa vuol dire fare una buona spesa alimentare – penso subito a tre cose. Comprare prodotti sani, riuscire a risparmiare ed soprattutto evitare di buttare il cibo. Possiamo trovare il prezzo migliore sul mercato e nello stesso tempo fare la spesa senza sprechi? Certo che sì, ma dobbiamo stare attenti ad una delle cose più importanti: la conservazione dei cibi. Ho recentemente rispolverato alcune regole base grazie ad un blogger e vero esperto nel guidare il consumatore a leggere le etichette: Raffaele Brogna, mente di ioleggoletichetta.it.

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La carne e il pesce vanno conservati nella parte più fredda del frigorifero, quella in basso che sta subito sopra la vaschetta della frutta e verdura. Tra i suoi preziosi consigli c’è quello di mettere le uova, i latticini, i dolci a base di creme e panna nella parte centrale. Qui la temperatura si aggira intorno ai 4-5 °C.

I prodotti che invece necessitano solo di “rimanere al fresco”, ma che non deperiscono subito perché meno ‘delicati – come le bibite – possono essere messi in alto dove la temperatura è un poco più alta. Mantenendo i prodotti nel settore giusto – anche quelli non da frigorifero ma su cui è raccomandato un “luogo fresco e asciutto” – riusciamo a conservarne la bontà al meglio. Addirittura “prolungarne” la data di scadenza e certamente impedire che vadano sprecati!

Dove troviamo queste facili informazioni sulla conservazione? Sulle confezioni, quindi non dimentichiamo mai di….leggere le etichette!

Le date di scadenza e la catena del freddo: le basi per interpretare meglio le etichette

In tema di conservazioni e consumo dei cibi, sono due le tipologie di diciture sulle confezioni. Sui cibi freschi e facilmente deperibili leggiamo “consumare entro”, mentre il  “preferibilmente entro” caratterizza tutti quei prodotti – anche non da frigo – per cui la data indica il termine ultimo “garantito” dall’azienda per gustarlo al meglio. Il produttore certifica la bontà del suo prodotto fino a quel termine, dopo di che può andare in deperimento. Anche se non è detto che succeda immediatamente!

Ovviamente non dobbiamo pensare di doverli buttare per forza se troviamo in dispensa o in frigo qualche cibo scaduto. Se le confezioni non hanno rigonfiamenti, se non ci sono le ‘farfalline’ che svolazzano negli armadietti, se il prodotto aperto non ha un aspetto o un odore sgradevole possiamo assaggiarlo senza problemi. E testarne la bontà!

Se proprio non vogliamo mangiare uno yogurth scaduto anche se il sapore è buono, usiamolo per una torta o un plumcake! La nostra missione è zero sprechi.

Un modo per aumentare la possibilità che un prodotto fresco non vada a male appena passata la data di scadenza è quello di rispettare la catena del freddo. Sono soprattutto i surgelati a dover essere trasportati e conservati senza sbalzi termici per scongiurare un precoce deperimento. Vanno acquistati per ultimi e sarebbe meglio riporli in una borsa termica. Meglio controllare che non ci sia ghiaccio – da non confondere con la brina – sulla confezione, indizio di una sofferenza del prodotto. Probabilmente ha già subito sbalzi termici, con pericoli di sviluppo della carica batterica.

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Ma anche per le uova servono particolari attenzioni.  Al supermercato stanno sullo scafale, ma noi dobbiamo conservarle in frigo. Appena raccolte sono “fresche”, ma non dobbiamo interrompere la catena del freddo, altrimenti si romperebbe la cuticola dell’uovo. Mancando la protezione sull’uovo, lasceremo entrare i batteri.

Saper leggere le etichette: le cose essenziali su cui soffermarsi

Quello che molti scordano di fare è quello di leggere le etichette, ma non è solo una questione di indicazioni di conservazione dei cibi. Sulle confezioni c’è molto altro che dobbiamo sapere! Il packaging può essere visivamente ingannevole, perché una bella immagine – ad esempio – farà leva sugli aspetti emotivi legati al cibo. Ma l’etichetta che ne elenca il contenuto non mente, e solo così sappiamo cosa stiamo acquistando!

La lista degli ingredienti presenta le quantità in ordine decrescente, quindi si parte sempre dall’alimento più presente a livello di peso e percentuale. Gli ingredienti da verificare nel leggere le etichette sarebbero davvero tanti, ma è facile farsi scoraggiare da nomi quasi incomprensibili e da elenchi che sembrano interminabili. Se proprio dobbiamo ridurre a pochi nomi quelli che vanno tenuti d’occhio vale la pena citare il glucosio, gli oli vegetali idrogenati (un possibile fattore di rischio per tutti i disturbi cardiovascolari!), gli additivi, i coloranti e i correttori di acidità. Si tratta spesso di elementi che servono per esaltare il sapore di un cibo o dargli una particolare consistenza appetitosa e piacevole, ma che non sono amici della salute.

Nel leggere le etichette e le scritte sul packaging, attenzione anche a tutto ciò che è stampato in in grassetto. Sono informazioni importanti e ci aiutano ad individuare  la presenza di allergeni, anche a livello di “tracce” o di possibilità.

Personalmente quali sono i prodotti che sicuramente non entreranno mai nel mio carrello? Quelle con etichette dall’elenco lunghissimo e con ingredienti sconosciuti e difficili perfino da capire!

Siete curiosi di scoprire di più sulle etichette e su cosa possono insegnarci? Ho dedicato un articolo specifico a quelle delle creme solari e ci sono davvero tanti consigli utili per imparare a decifrarle!

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Cristina Cocco

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